La scienza spiega perché gli uomini amano tanto lo sport

Chi è più portato per lo sport, gli uomini e le donne? E perché?

Esistono alcuni argomenti che, dall’alba dei tempi, sono appannaggio degli uomini: la donna raramente è stata protagonista nella scena politica, in quella sportiva o nel mondo scientifico, a parte rare eccezioni. Ma le cose stanno cambiando, infatti anche in un gioco come le scommesse sportive, per esempio sul sito bet365.it, le donne hanno già cominciato a farsi valere.

Uomini e sport, una storia che parte da lontano.

Partiamo da lontano con un excursus storico: le donne sono sempre state considerate meno forti e robuste degli uomini, quindi inadatte allo sport, che richiede prestanza fisica e muscoli. Non a caso ai bambini si regalo i palloni, alle bambine le bambole. Negli anni Settanta però le cose sono cominciate a cambiare, il femminismo e i cambiamenti sociali hanno dato voce a chi, di fiato, ne aveva eccome, anche per correre e sudare.

Se cinquant’anni fa le atlete nelle scuole rappresentavano il 7%, oggi arrivano al 42%.

Proprio la scienza, oggi, spiega perché gli uomini amano tanto lo sport.

Vari studi hanno confermato, soprattutto negli ultimi anni, che l’evoluzione umana ha svolto un ruolo cruciale in questo campo: giusto o meno, gli uomini sono favoriti nello sport rispetto alle donne, sia da un punto di vista fisico (cosa facilmente osservabile), sia da un punto di vista cerebrale. Vediamo perché.

La scienza dice che gli uomini amano lo sport più delle donne.

Prendiamo in esame un famoso studio condotto in America e pubblicato sull’autorevole rivista Evolutionary Behavioral Sciences, portato avanti molti anni nell’Università Grand Valley del Michigan. Il tema era ovviamente quello delle differenze tra uomini e donne nello sport.

Secondo un sondaggio svolto in 37 paesi, gli uomini erano sempre più propensi delle donne a praticare sport, specialmente quando si trattava di sport competitivi.

Perché la scienza associa lo sport agli uomini?

Le considerazioni su questo argomento sono le più varie, e non dovremmo parlare di Scienza, ma di scienze, perché anche quelle antropologiche, politiche e sociali riescono a fornire elementi utili alla nostra analisi.

Per esempio, le donne sono sempre state più propense ai lavori di casa (le cosiddette casalinghe), quindi hanno avuto sempre meno tempo rispetto agli uomini per fare sport.

Inoltre, ancora oggi, le organizzazioni sportive maschili sono molto più numerose e meglio organizzate rispetto a quelle femminili.

Lo sport come funzione maschile e femminile.

Anche da un punto di vista sociale, è più facile associare lo sport al genere maschile perché in molti casi è visto come una sorta di combattimento, una vera e propria competizione simile alla guerra. E la guerra, si sa, l’hanno sempre fatta gli uomini, perché più inclini anche soltanto fisicamente allo sforzo, oltre che meno utili nel portare avanti quelli che sono compiti storicamente femminili: accudire i figli e la casa.

Lo sport come gioco per entrambi i sessi.

Ultima considerazione, ma non per questo meno rilevante, parte dall’idea di sport come gioco. Il gioco è sempre stata una parte fondamentale nella vita di tutti i generi umani, a tutte le età, e non è detto che i due sessi debbano giocare allo stesso modo e alle stesse cose. Il punto, però, è che le regole del gioco, ovvero dello sport, le hanno sempre scritte gli uomini.

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